Stazione Centrale

Da alcuni residenti di Zona 3 ricorso al TAR contro il progetto di Grandi Stazioni

 

Nonostante le critiche rivolte al progetto di ristrutturazione a livello milanese, il governo ha approvato il 14 marzo 2003 con una delibera del CIPE il progetto definitivo di ristrutturazione dell’interno della Stazione centrale, ignorando gran parte delle prescrizioni della Sovrintendenza ai Beni Architettonici di Milano, “perché in conflitto con le esigenze funzionali dell’edificio”.

Per salvaguardare la Stazione dalla trasformazione in centro commerciale con gravi danni all’architettura monumentale e peggioramento dell’accesso ai treni sono stato costretto a promuovere con Italia Nostra un ricorso al TAR del Lazio, la cui udienza non è ancora stata fissata. Il ricorso è stato sostenuto finanziariamente da un gruppo di cittadini milanesi che vogliono un vero restauro della stazione.

Riassumo le critiche che rivolgiamo al progetto.

La trasformazione della Stazione Centrale in un centro commerciale di 26.000 mq rispetto agli attuali 13.000 mq è stata inserita dal Governo tra le opere strategiche trattate dalla Legge Obiettivo.

Grazie a questa legge il Comune non ha sottoposto il progetto né alla Commissione Edilizia né al Consiglio di Zona 2 ed ha ignorato le norme del Piano Regolatore che impediscono l'apertura di grandi magazzini in stazione. Inoltre il CIPE ha ignorato le principali prescrizioni della Sovrintendenza ai Beni Architettonici su questo bene monumentale.

Grandi Stazioni vuole recuperare l’investimento (104 milioni di euro) con l’affitto degli spazi commerciali, ma con gravi danni all’architettura monumentale dell’edificio:

·         nella Galleria delle Carrozze verranno create lunghe asole nelle solette per far passare i nuovi tapis roulants provenienti dal metrò e i taxi saranno portati all’esterno

·         l’attuale Salone Biglietterie verrà affittato per manifestazioni

·         nei saloni laterali delle attuali “Biglietterie”, decorati su soffitti e pilastri, verranno creati soppalchi all'altezza di 2,70 metri

·         verrà aperto a solo scopo pedonale un passaggio tra le piazze 4 Novembre e Luigi di Savoia, con negozi ed accesso alla nuova biglietteria ed ai tapis roulants

·         nelle 4 grandi sale al primo piano verranno ricavati soppalchi all'altezza di 3 metri, i dipinti di Marcello Nizzoli nella sala d'aspetto spariranno dietro scale e ascensori,

·         nella Galleria di Testa i nuovi tapis roulants dal piano terra bucheranno il pavimento con due grandi rettangoli

·         due grandi balconate affacciate ai treni taglieranno i grandi archi all’altezza di 4 metri, identiche a quelle della Stazioni Termini e per nulla trasparenti come si sostiene.

I 120 milioni di passeggeri all'anno che attraversano la stazione saranno penalizzati:

·         per raggiungere i treni attualmente dal metrò si percorrono 180 m mentre nel progetto diventeranno 330, anche gli altri percorsi si allungano con numerose strettoie

·         le scale mobili, oggi dirette, verranno sostituite da tapis roulants, lunghissimi per superare il dislivello tra la strada e i binari

·         la biglietteria verrà spostata quasi sotto al piano binari; per raggiungerla i passeggeri dovranno seguire un percorso quasi doppio rispetto all’attuale per ammirare le vetrine

·         la fermata dei taxi verrà spostata e sdoppiata in piazza 4 Novembre e in piazza Luigi di Savoia, protetta solo da pensiline,

·         le auto che accompagnano o prelevano i passeggeri in arrivo o partenza staranno all’aperto

·         la sala d'aspetto verrà molto ridotta.

L’esperienza dei negozi aperti alla Stazione Termini è stata finora negativa: i piccoli negozi chiudono per mancanza di clienti e sopravvivono solo le grandi catene dome Nike o Benetton che usano le vetrine per reclamizzare il loro marchio.

Proponiamo che il progetto sia ripensato con una progettazione che porti al vero rispetto dell'architettura monumentale dell'arch. Stacchini, con il mantenimento visibile delle sale con le loro decorazioni e gli affreschi di Nizzoli e Lavagnini, i loro arredi originali, il mantenimento dei percorsi attuali dei passeggeri e dei taxi nella Galleria delle Carrozze, la rimozione delle strutture commerciali in plexiglass di Italia 90 riutilizzando gli spazi inutilizzati nei sotterranei, il restauro delle decorazioni. Si dovrebbe fare riferimento alla stazione di New York Grand Central Station, che è stata recentemente perfettamente restaurata.

Ignorando il nostro ricorso al TAR Grandi Stazioni ha emesso un bando per la ristrutturazione delle 13 grandi stazioni italiane per 557 milioni di euro. Nell’aprile di quest’anno il bando è fallito perché le tre imprese concorrenti hanno ritenuto insufficiente la cifra offerta.

A fine agosto Grandi Stazioni ha emesso dei nuovi bandi che sostituiscono il precedente, di cui uno di 104 milioni di euro per le sole opere interne della Stazione centrale di Milano ed uno per tutte le opere esterne delle 13 stazioni. Per Milano esso comprende un parcheggio sotterraneo da 1000 posti sotto piazza Luigi di Savoia, le nuove tettoie dei taxi in questa piazza e in piazza Quattro Novembre, la chiusura della scala del metrò in piazza Duca d'Aosta, la nuova viabilità intorno alla Stazione.

Se il TAR accoglierà il nostro ricorso, basato su numerose violazioni della Legge Obiettivo, il bando relativo a Milano sarà annullato.

Nel novembre scorso anche il Consiglio di Zona 2 si è espresso contro il progetto, dando pienamente ragione alle nostre critiche. Ulteriori notizie e articoli contro il progetto sono pubblicate sul sito www.stazionecentrale.org

 

 

Michele Sacerdoti

www.msacerdoti.it