Intervento del Consigliere dei Verdi Giancarlo Aprea alla presentazione del progetto definitivo della Stazione Centrale di Milano presso il consiglio di zona 2 mercoledì 11 dicembre 2002

 

Rivolgo un appello a Grandi Stazioni e all’arch. Tamino.

Sui grandi progetti di una città ci vuole consenso. Lo si è visto con la Scala: dove il consenso non c’è i progetti si bloccano.

Sulla Stazione Centrale il consenso non c’è.

Grandi Stazioni ha gestito il progetto da Roma, centralmente, per tutte le 13 grandi stazioni italiane. Non sono leghista come il presidente di questo consiglio di zona, ma non sono più i tempi dell’impero romano, dove peraltro Milano è stata anche capitale dell’impero.

Non si può pretendere di progettare da Roma standardizzando tutto, come ha dichiarato l’arch. Tamino all’Espresso del 7 novembre scorso.

Le dichiarazioni sono sconvolgenti: “Oggi nelle stazioni si va imponendo una sorta di linguaggio internazionale, come accade agli aeroporti. Non può dominare l’aspetto scenografico, l’iperdecorazione. Le città italiane sono troppo piene di segni.Una stazione va ripulita, semplificata.”

La stazione centrale di Milano è stata giudicata dai famosi architetti Wright e Aldo Rossi come la più bella stazione del mondo. Non lasceremo che nessuno la rovini.

Questo progetto è nato male ed è stato gestito anche peggio.

Il progetto iniziale, illustrato in una conferenza stampa a Milano il 17 novembre 2000, e compreso in un bel volume a colori, era allucinante. Giustamente la Sovrintendenza di Milano si è subito preoccupata ed ha scritto a Grandi Stazioni. Era solo fatto per attirare gli investitori privati nel capitale della nuova società, facendo intravedere profitti mirabolanti grazie a superfici commerciali raddoppiate. Tutti i volumi venivano soppalcati e sfruttati al massimo, una follia !

Il progetto preliminare rispecchiava questa follia.

La Sovrintendenza è corsa ai ripari, stimolata da una continua pressione della società civile con lettere e petizioni. È intervenuta Italia Nostra e numerosi docenti della Facoltà di Architettura.

La Galleria delle Carrozze è stata salvata, le vetrate eliminate, la balconata sulle biglietterie pure.

E intanto il progetto preliminare diventa top secret, lo vedono solo alcuni assessori, De Corato, Goggi, Verga, il settore urbanistica è tagliato fuori, la commissione edilizia pure, il consiglio comunale non sa nulla, il consiglio di zona 2 ne ottiene copia dalla sovrintendenza ma il polo fa quadrato e rifiuta ogni dibattito.

Un convegno all’Hotel Hilton in maggio analizza il progetto preliminare, Grandi Stazioni, invitata, non si fa vedere.

Nel dicembre 2001 il CIPE finanzia il progetto con i fondi della legge obiettivo ed a settembre di quest’anno esce il progetto definitivo.

Il Governo fa un grosso favore, in agosto un decreto legislativo svuota di ogni potere la conferenza di servizi sulle grandi opere. E’ uno scandalo !

Le amministrazioni hanno tempo 90 giorni per dare il parere sul progetto definitivo, la conferenza di servizi viene convocata vicino alla scadenza, le amministrazioni possono limitarsi ad inviare pareri scritti.

Poi il ministro dei trasporti Lunari ha tempo 90 giorni per decidere se recepire o no le osservazioni.

Il Comune riceve il progetto a inizio settembre e lo fa esaminare all’Ufficio Piccole Opere del Settore Concessioni Edilizie, come si trattasse di un appartamento.

Cosa fa Grandi Stazioni ?

Viene in Consiglio Comunale poco prima del 9 dicembre, scadenza dei termini per le osservazioni, dopo molta insistenza dell’opposizione, ed in Consiglio di Zona, che da luglio chiede un incontro, viene oggi dopo la scadenza.

Peccato che i termini all’inizio non si conoscevano ma poi sono saltati fuori ! E’ una furbizia che non paga, le bugie hanno le gambe corte.

Per noi la conferenza di servizi non è chiusa ma si apre adesso.

Il coordinamento del centro sinistra ed i verdi hanno inviato al Ministero venerdì scorso dettagliate osservazioni, la stessa cosa ha fatto Italia Nostra. Le osservazioni della giunta sono state analizzate ed in parte contestate. Il dibattito è uscito sui giornali, è in corso un volantinaggio in stazione.

Chiedo a Grandi Stazioni di aprirsi al confronto. C’è tempo 90 giorni prima della delibera del CIPE per rivedere il progetto definitivo, per migliorarlo.

Se Grandi Stazioni non vuole il confronto si va allo scontro.

Il progetto sarà anche appaltato ma si fermerà, si è visto con la Scala. Dopo la sentenza del TAR favorevole a Legambiente la giunta è in difficoltà, si dovrà rifare probabilmente l’appalto.

Quali sono i punti aperti ?

  1. I Taxi devono rimanere nella Galleria delle Carrozze. Il Prof. Goggi ha chiesto la verifica dei percorsi, noi abbiamo fornito al ministero iati, ascoltateli, i percorsi raddoppiano:

 

Nuovo arrivo in stazione

180 m

Attuale arrivo in stazione

85 m

Nuova partenza da stazione

235 m

Attuale partenza da stazione

125 m

 

Anche la Sovrintendenza si è dichiarata disposta a farli tornare, abbiano le sue osservazioni.

Le scale mobili che escono dal metro vanno spostate nella zona centrale della galleria, tra le scale pedonali.

  1. La foratura della Galleria di testa con le nuove scale mobili crea una ferita indelebile ed irrevocabile nella stazione. La Sovrintendenza l’ha accettata, noi no.
  2. Lo spostamento della biglietteria è irrazionale, allunga tutti i percorsi, il numero degli stalli è diminuito rispetto agli attuali.
  3. Le percorrenze dal metro ai binari si raddoppiano (da 150 a 300 metri), quelle dalle piazze laterali si allungano (da 115 a 175 metri).

Non si può, come ha fatto Goggi, chiedere la verifica del percorso per i taxi, che riguarda secondo Grandi Stazioni il 5% dei passeggeri, ed ignorare il percorso del 76% dei 330.0000 passeggeri giornalieri che usano metro e mezzi pubblici, i pendolari. Non si può costringere chi ha fretta a salire le scale a piedi. Qualche scala mobile veloce va lasciata. Attualmente i carrelli possono essere fatti salire sulle scale mobili, ci sono anche quattro ascensori di cui due fuori servizio da anni.

C’è bisogno delle nuove scale mobili a bassa pendenza ? In quelle attuali si sale in 35 secondi e sono lunghe 35 metri, le nuove sono complessivamente lunghe 70 metri perché ci sono due rampe ed andranno più piano, come negli aeroporti. Si dovrà correre sulle rampe se si è in ritardo, facendo lo slalom tra quelli che vanno piano. Quanto tempo ci vorrà ?

E cosa dire delle strettoie ? 4 metri di larghezza tra gli scaloni laterali, 2,5 nella vecchia biglietteria, 1,5 verso le piazze laterali.

5.       La soppalcatura delle 4 grandi sale al primo piano è inaccettabile. Cosa succederà delle piante delle città italiane sulle pareti dipinte da pittori futuristi ? Saranno ancora visibili ? Ed i grandi specchi nella sala d’aspetto di prima classe ? Non sarebbe preferibile riportarle all’antico splendore, come testimoniato dalle foto dell’epoca, se si parla tanto di restauro, come dice Grandi Stazioni ?

6.       Nuovo percorso tra le due piazze. Si poteva realizzarlo più avanti, nelle biglietterie attuali, aprendo le porte laterali, come scrive l’arch. Gardella, senza stravolgere l’impianto della stazione.

7.       Balconate sui binari. Una scala di accesso è all’interno della galleria di testa e ne rovina la prospettiva. Siamo sicuri che la gente avrà voglia di salirvi con una scala a chiocciola e 2 ascensori? Con i locomotori diesel come è l’aria lì in alto ?

8.       Spazi commerciali in stazione. Nonostante quello che scrive il Comune il Piano Regolatore attuale non li consente ed il nuovo non è stato ancora approvato. Ci sono forti opposizioni, c’è eccesso di potere e difetto di motivazioni, sarà sicuramente impugnato davanti al TAR.

9.       Oneri di urbanizzazione. Grandi Stazioni dichiara che la slp è diminuita perché numerosi spazi attuali vengono trasformati in androni ed aree di passaggio. Non abbiamo ancora verificato i calcoli, il comune deve darci ancora delle tavole, abbiamo molti dubbi, in base ai nostri calcoli vi sono 7.000 mq di slp commerciale aggiuntiva e quindi non si tratta di risanamento conservativo ma di ristrutturazione edilizia, con conseguente pagamento di oneri di forti oneri di urbanizzazione.

10.   C’è una grande bussola di vetro che blocca l’ingresso del salone biglietteria dalla galleria delle carrozze. Nel progetto è segnalato come spazio espositivo non facente parte del progetto. Che cos’è ? Rovinerebbe tutta la prospettiva dell’ingresso principale in stazione, speriamo che la Sovrintendenza lo respinga.

11.   Che fine faranno le attuali attività commerciali? Come verranno concesse le nuove autorizzazioni (al momento sono 400 i posti di lavoro)

 

Ci sono quindi molti problemi in questo progetto.

Sediamoci intorno ad un tavolo e avviamo un confronto prima che sia troppo tardi.

L’arch. Tamino è disponibile ad essere l’architetto di Milano, della società civile, ad accettare i segni della città o è solo architetto di Grandi Stazioni ?

Se si si può andare avanti, se non bisogna cambiare progettista. La stazione centrale è pubblica , quindi di tutti noi. Grandi Stazioni l’ha solo in gestione per 40 anni, è un nostro inquilino.

Forse, come per la Scala, si dovrà ricorrere ad un concorso internazionale per trovare un progettista all’altezza.

E non oso pensare, visto il progetto della stazione centrale, cosa ne sarà delle altre grandi stazioni italiane, Firenze, Bologna; Venezia, Genova, Torino.

In alcune città almeno sembra che i progetti siano stati divulgati alla cittadinanza, a Milano no.

Consegno a Grandi Stazioni copia della lettera inviata al Ministero dei Trasporti e Infrastrutture come avvio del confronto.