VA FERMATO IL PROGETTO DELLA CENTRALE

Luca Beltrami Gadola

La Repubblica 17/12/02

 

Il Carro di Tespi messo su da Grandi Stazioni, la società mista tra FS, Pirelli, Vianini e Benetton, questa volta si è fermato in Consiglio di Zona 2. Titolo della pièce: " Splendori della Stazione Centrale, il nuovo progetto di ristrutturazione", per il ciclo " L'arte, la formazione manageriale, la ricerca, il sociale", come da www.grandistazioni.it, per chi volesse saperne di più. 

Passato l'ultimo scoglio della Conferenza di servizi, non c'era data migliore del 12 dicembre scorso, penultima settimana di buonismo natalizio, per mescolarsi ai mille tavoli benefici che si affidano al buon cuore dei cittadini, per raccogliere qualche soldo a fini benefici ma loro a mostrare la mercanzia; dicono un dono per noi milanesi viaggiatori: 80 milioni di euro! 

Nonostante il momento propizio, l'audizione davanti alla Commissione urbanistica del Consiglio di Zona 2 non è stata un successo. Le critiche come piovesse: anche dopo i severi limiti imposti dalla Soprintendenza il progetto non piace, non piace ai cittadini, non piace agli utenti che dovranno correre come lepri in questa specie di gigantesco Gioco dell'oca offerto dai nostri benefattori. 

Non piace a chi ama questo stile Assiro-milanese. Sarebbe stato molto più semplice dire la pura e semplice verità: vogliamo fare un affare e come tutti gli affari puliti deve essere un affare per tutti. 

Noi ci mettiamo una paccata di soldi per riempire la stazione di vetrine e attività commerciali e voi ci dovrete passare in mezzo e comprare, se no non abbiamo "ritorno" economico. In cambio meno tetraggine, più luce e lindore, gabinetti puliti, biglietterie senza code, taxi a volontà anche di notte, deposito di bagagli che non assomigli ad una discarica di effetti personali, e qualità, qualità in tutto dai panini in su. Chi più ne ha più ne metta. Discutiamone e troviamo il punto di equilibrio. 

Invece no. Il messaggio era diverso: se vi va bene, bene, se non vi va il ministro Lunardi lo approva e si farà lo stesso. 

Qualcuno del Consiglio di Zona ha evocato la vicenda della Scala (non ancora finita) e qualche sorriso di sufficienza si è spento. 

In ogni caso una richiesta è stata perentoria: il progetto deve andare in Commissione Edilizia per essere valutato da chi ne ha le competenze e magari rifare un passaggio in Commissione consigliare dopo le ultime varianti. 

Almeno la Commissione edilizia avrà qualche cosa di importante da esaminare, visto che da quando sono in vigore le DIA normali e speciali (dichiarazione di inizio attività), con le quali si costruisce senza concessione edilizia, da quel vicolo sono in pochi a passare. Da maggio ad oggi su 1200 e più pratiche esaminate, solo 40 erano concessioni edilizie, gli altri cantieri aperti a Milano sono all'insegna dello spontaneismo automatico. La qualità della città cresce all'insegna dello slalom tra i paletti dell'interesse collettivo, che restano in piedi solo per i normali cittadini e per l'uomo della strada. Oggi sul campo di gara dell'urbanistica vincono gli epigoni di Tomba. Aspettando il gran giorno della discesa libera. Ma non per tutti. 

Alla fine probabilmente la Stazione Centrale si farà come vogliono loro e avrà la meglio Roma. 

Il gregge di viaggiatori "lumbard" manderà giù il boccone, un deferente pensiero alla Lega, al ministro Bossi ed alla devolution che si muove verso il basso della piramide istituzionale ma si ferma anche lei di fronte ai grandi interessi: no business, no devolution. In tutta la vicenda una grande inspiegabile assente: la Regione e il suo Piano Regionale della Mobilità. 

Questa volta il presentissimo Governatore Formigoni ha perso un giro.